On this day in history, I honor the memory of those who did not return…and all the survivors who now comprise several generations of my extended family around the world.
LinkIesta: “Un ricordo personale. Nei giorni precedenti alla deportazione del 16 ottobre 1943 gli ebrei romani erano stati avvertiti che stava per succedere qualcosa di terribile, ma non vi prestarono attenzione. Perché la violenza umana, spesso, è qualcosa a cui non vogliamo credere..
…All’alba del 16 ottobre, cento SS circondano il Ghetto e iniziano il rastrellamento. I passanti guardano attoniti le SS che portano via tutti: donne, vecchi, bambini, neonati, e continuano a guardare, anche una volta allontanati, imbambolati, turbati, forse alcuni contenti come quei testimoni, quando assistono convinti della giusta esecuzione di un gruppo di condannati…
Erano 1023 persone, messe su dei camion e portati a via della Lungara per due giorni. Il convoglio, partirà infatti alle 14.05 di lunedì 18 ottobre per Auschwitz, giungendo al campo alle ore 23.00 del 22 ottobre. Ma i deportati rimasero chiusi nei vagoni sino all’alba. Un certo Lazzaro Sonnino, era riuscito a fuggire, gettandosi dal convoglio in movimento, all’altezza di Padova. 820 di loro furono immediatamente portati nelle camere a gas. Dei 1023 tornarono in Italia solo 15 uomini e 1 donna.”
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